New article published: Alessandro Buonaccorsi | Agritourism in crisis during COVID-19: Italian farms’ resilience and entrepreneurial strategies to face the impacts of the pandemic
Alessandro Buonaccorsi, a PAGE group member, has just published a new article “Agritourism in crisis during COVID-19: Italian farms’ resilience and entrepreneurial strategies to face the impacts of the pandemic.” It has been published as part of the Special section “Covid-19 Open Stream Contribution” in the Bio-based and Applied Economics (BAE) journal. The full article can be accessed here
The short blog post below (in Italian) is based on Alessandro’s article and related to the topic of our blog series “How the COVID-19 crisis could lead to more resilient food systems” .
Written by Alessandro Buonaccorsi
La COVID-19 e le relative misure di confinamento hanno colpito il settore agricolo italiano con differenti livelli di gravità: basti pensare che durante i primi mesi della pandemia erano consentite le attività di coltivazione, allevamento e contoterzismo, ma non le operazioni agricole integrative come l’agriturismo. Proprio l’ospitalità rurale rappresenta però una fondamentale integrazione di reddito per le piccole e medie aziende agricole: l’Italia è, infatti, leader mondiale nel settore, con circa 24.000 strutture agrituristiche e un fatturato annuo di circa 1,4 miliardi di euro (per l’intero settore, comprese le attività aggiuntive). L’Istituto Italiano dei Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha previsto per il 2020 una perdita di circa 970 milioni di euro a causa della riduzione della domanda interna e del crollo del turismo internazionale.
Gli imprenditori agricoli italiani hanno immediatamente cercato di reagire alla crisi sanitaria adattando le attività agrituristiche alla situazione contingente, nel rispetto delle normative anti-Covid, con iniziative come la consegna a domicilio di pasti preparati con alimenti prodotti o trasformati in azienda, oppure l’ospitalità rurale per il personale sanitario in servizio nelle zone più colpite dal coronavirus. Le aziende agrituristiche, in collaborazione con le associazioni di categoria, hanno anche sviluppato idee innovative come gli “agribond” per far fronte alla carenza di domanda turistica, con la possibilità di trasformarne il valore in prodotti agricoli e agroalimentari, oppure come “Save the Farm”, il più grande frutteto digitale aziendale italiano, che consente ai consumatori di adottare alberi da frutto, seguirne la crescita, conoscere quanta CO2 è assorbita, tra le altre cose. La crisi pandemica sottolinea la necessità che il settore agrituristico diventi sempre più resiliente e che è giunto il tempo che l’agricoltura italiana sia progettata guardando al futuro, guidando le aziende agricole verso modelli innovativi, sostenibili e digitali.
In una situazione economica e sociale così grave, però, non bastano le iniziative imprenditoriali private e delle associazioni di categoria per far fronte alla pandemia, ma necessitano interventi di politica economica per sostenere il settore agrituristico e continuare a garantire l’occupazione di circa 100.000 lavoratori agricoli. Le condizioni finanziarie di molte aziende agricole, tuttavia, erano già critiche prima dell’attuale emergenza sanitaria. Lo Stato italiano è in un primo momento intervenuto in aiuto alle aziende agricole con la sospensione di tutti i versamenti contributivi e previdenziali; più avanti con il “bonus vacanze” e altre misure di sostegno economico. ISMEA ha messo a disposizione di ciascuna azienda fino a 30.000 euro in prestito a tasso zero.
Le parti sociali dell’UE – la Federazione Europea dei sindacati nel settore alimentare, agricolo e del turismo (EFFAT) e FoodDrinkEurope – hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede il sostegno e la protezione dei lavoratori del comparto agrituristico.
Il punto cruciale è però la riapertura totale delle strutture agrituristiche: gli agriturismi sono spesso situati in zone isolate della campagna, in strutture e spazi che garantiscono il distanziamento sociale, offrendo la possibilità di garantire più facilmente il rispetto delle misure di sicurezza per prevenire il contagio. Il turismo rurale potrebbe dunque essere, durante questa pandemia, una forma di ospitalità molto più sicura e gestibile rispetto alle altre.
Lo shock del coronavirus sul settore agrituristico sarà con molte probabilità uno shock asimmetrico. Secondo un recente sondaggio condotto dagli esperti di Citigroup (multinazionale americana di banche di investimento e società di servizi finanziari), l’impatto sarà maggiore per le piccole economie che hanno un grande surplus di servizi turistici internazionali. L’Italia non sarà quindi la più colpita dal crollo del turismo rurale: secondo gli analisti, le perdite derivanti dalla carenza di turisti stranieri saranno in parte compensate dall’aumento di spesa dei turisti nazionali. Tuttavia, gli effetti socioeconomici gravi e duraturi della crisi pandemica, a seconda degli scenari prospettabili, possono erodere le basi di un equilibrato sviluppo territoriale, riducendo drasticamente il reddito per molte aziende agricole di piccole e medie dimensioni.