29 Jul 2020

Una visione a lungo termine per le aree rurali toscane: l’esperienza del progetto SHERPA|Giampiero Mazzocchi e Francesca Galli

Written by Giampiero Mazzocchi and Francesca Galli

La possibilità di influenzare e indirizzare in modo efficace l’evoluzione dello sviluppo delle aree rurali richiede sia la comprensione approfondita delle sfide attuali, che una visione complessiva e articolata di lungo periodo. Questo è il compito che il gruppo di lavoro sul progetto Horizon 2020 SHERPA ha svolto negli ultimi due mesi, grazie alla collaborazione di un gruppo di esperti che sono stati coinvolti attraverso modalità partecipative.

La Multi-Actor Platform Toscana

La DG Agri ha chiesto al progetto SHERPA di contribuire alla definizione della strategia europea per le aree rurali (“Long term vision for rural areas”) attraverso il coinvolgimento delle 20 MAP (Multi-Actor Platform) attive nel progetto. In particolare, è stato chiesto di avviare un processo di raccolta di informazioni e prospettive sui trend, le opportunità e le sfide che le aree rurali si trovano ad affrontare, e alle quali le MAP fanno riferimento, considerando un periodo di riferimento al 2040. Ogni MAP ha l’obiettivo di riunire un certo numero di rappresentati rilevanti dai settori della politica/amministrazione, della ricerca e della società civile, al fine di attivare trasferimenti di conoscenza e tracciare linee strategiche e politiche per le aree rurali. In accordo con i membri coinvolti, la MAP Toscana ha deciso di lavorare sul tema della digitalizzazione per lo sviluppo delle aree rurali.

Il futuro delle aree rurali toscane

Nel periodo maggio-giugno 2020, il gruppo di lavoro dell’Università di Pisa coinvolto nel progetto SHERPA ha avviato un percorso per identificare i principali fattori di cambiamento dello sviluppo rurale toscano e comprendere gli effetti di alcuni trend, al fine di delineare una visione a lungo termine per il territorio rurale toscane al 2040. La ricerca ha attinto da due ordini di fonti: (1) una ricerca documentale, basata sulla raccolta di dati secondari e di studi precedenti, documenti ufficiali della Regione Toscana ed altri enti, per l’analisi dei vari aspetti che riguardano le aree rurali: dallo stato e gestione delle risorse naturali all’accesso ai servizi, dai trend demografici e migratori al livello di digitalizzazione e molto altro; (2) le prospettive dei membri della MAP, raccolte tramite l’interazione iterativa Delphi, (organizzato con una serie di interviste in gruppi di 4-5 membri) e integrate attraverso un questionario in corso di compilazione. I risultati di questa ricerca comporranno il MAP Position Paper, che verrà pubblicato a ottobre 2020. In vista del risultato finale, anticipiamo alcune riflessioni emerse dalle interviste con i membri della MAP.

Opportunità e minacce per le aree rurali toscane

Le considerazioni dei membri della MAP riguardo il futuro delle aree rurali toscane sono raggruppabili in due aree: lo stile di vita e l’economia, ulteriormente specificate nelle categorie in Figura 1. In particolare, ogni categoria è stata associata a un colore che esprime la qualità prospettica sulla base delle condizioni attuali.

Figura 1. Opportunità e minacce per il futuro sviluppo delle aree rurali toscane. Elaborazione degli autori

Il tema cardine, attorno al quale ruota l’attrattività delle aree rurali per residenti e imprese, è quello dell’accesso ai servizi. Si tratta di un tema molto ampio, che spazia dalla salute pubblica all’educazione, dalla possibilità di svolgere pratiche amministrative a distanza alla presenza diffusa di servizi necessari per lo svolgimento della vita quotidiana, fino ai servizi per la mobilità. Infatti, per rendere le aree rurali vive è necessario garantire la presenza di residenti che, per vari motivi (natura, qualità delle relazioni, distanza dal caos cittadino, etc.), potrebbero scegliere di vivere fuori dalla città. Basti pensare ai pensionati, ai professionisti, ai lavoratori in smart working (punto saliente, considerate le prospettive legate al COVID-19), ai migranti. Dalle interviste è emerso che, allo stato attuale, lo storico modello policentrico toscano è messo in crisi dallo smantellamento dei servizi territoriali, a favore di una concentrazione in pochi grandi centri urbani, fortemente attrattori. Tuttavia, per garantire la qualità della vita nelle stesse aree urbane, è fondamentale che le aree rurali siano riconosciute per i servizi ecosistemici che offrono, attraverso meccanismi di quantificazione, valorizzazione e remunerazione. Questo si inserisce all’interno di un più ampio discorso sulle connessioni urbano-rurali, che coinvolgono dimensioni ambientali, sociali ed economiche, come il pendolarismo, i mercati agricoli, l’integrazione dei migranti e molto altro. Un percorso lungo e articolato, che tuttavia potrebbe favorire l’attrattività del settore agricolo, che lamenta una preoccupante assenza di ricambio generazionale.

La visione a lungo termine

Una delle maggiori difficoltà espresse dagli intervistati è di immaginare una visione a lungo termine per le aree rurali in un contesto nel quale la programmazione politica segue, per ragioni amministrative ed emergenziali, logiche di breve termine. Inoltre, viene riconosciuto come gli impatti del COVID-19 siano ancora difficilmente immaginabili e come, pertanto, questo come altri possibili game-changer potrebbero cambiare in maniera sostanziale molte delle attuali condizioni delle aree rurali.

Al netto di queste precisazioni, gli intervistati auspicano che nel 2040 le aree rurali toscane siano popolate da “comunità felici”, che a prescindere dall’accezione “ispirazionale” che tale espressione può assumere, siano basate su modelli sociali fondati sulla fiducia reciproca, su un rinnovato patto fra residenti ed economie (agricoltura ma anche industria e servizi), su un approccio “slow”, su stili di vita differenti rispetto alla città e su un alto livello di partecipazione alla vita civica e pubblica. Si tratta, in sintesi, di evitare la contrapposizione e il dualismo rispetto alla città, ma di valorizzare le caratteristiche intrinseche che le rendono uniche e di grande valore.

Il settore agricolo dovrà rinnovarsi seguendo il paradigma dell’agro-eco-sostenibilità, recuperando il rapporto fra attività agricole ed ecosistemi. Per raggiungere questo obiettivo, sono necessari tre fattori: (1) ripensare il settore agricolo verso una forte multifunzionalità che guardi alla composizione territoriale, paesaggistica e paesistica toscana; (2) integrare le politiche e i settori per creare sinergie fra i vari fondi comunitari, nazionali e regionali; (3) incentivare l’innovazione e il trasferimento di conoscenza, investendo nelle nuove tecnologie.

Altre interessanti visioni riguardano il settore turistico, che deve essere in grado di intrepretare le mutevoli tendenze del mercato, e l’integrazione dei migranti, che possono contribuire a invertire i trend di spopolamento delle aree rurali, ma solo se “si rendono cittadini di serie A e non di serie B”.

Infine, la digitalizzazione è considerata come uno dei passaggi strategici per lo sviluppo delle aree rurali toscane nel lungo periodo. Le applicazioni per le aree rurali vanno dall’accesso remoto ai servizi per i cittadini all’agricoltura di precisione, dalla telemedicina all’organizzazione aziendale (nel Position Paper pubblicato ad ottobre sarà presente una tassonomia approfondita di tali connessioni). Tuttavia, ciò richiede investimenti pubblici e privati per fornire le condizioni di base per il loro sviluppo e diffusione, problema che si scontra con il basso profitto marginale di tali investimenti nelle aree rurali rispetto alle aree urbane. L’aspetto cruciale risiede nella capacità della digitalizzazione di rispondere ai bisogni dei cittadini e dei lavoratori nelle aree rurali, ovvero di essere al servizio di un ampio discorso sulla connettività. Inoltre, la digitalizzazione presenta alcune sfide di carattere etico e culturale che devono essere affrontate, come la proprietà dei dati, la ritrosia culturale, la mancanza di abilità specifiche per la gestione e l’uso delle tecnologie.

Nella tabella seguente sono sintetizzate le posizioni della MAP sulla visione a lungo termine per le aree rurali toscane, individuando per ognuna i fattori abilitanti e le sfide per il loro raggiungimento.

Tabella 1. Visione al 2040 espressa dalla MAP e condizioni abilitanti

Visione al 2040

Fattori abilitanti e sfide

Le aree rurali coglieranno le opportunità della digitalizzazione come un insieme di strumenti per rispondere ai bisogni dei residenti e delle imprese

Infrastrutture (banda larga e dispositivi)

Ambiente e disposizione istituzionale e culturale

Le aree rurali saranno “comunità felici”, basate su un buon capitale sociale

Presenza diffusa dei servizi

Combinazione di residenti lavoratori in agricoltura ed extra-agricoli

Le aree rurali saranno basate su un modello di mobilità sostenibile e integrato

Servizi di trasporto pubblici solidi ed efficienti

Infrastrutture materiali e immateriali per la mobilità integrata

Il settore agro-alimentare sarà più sostenibile, contribuendo alla salvaguardia e valorizzazione della biodiversità

Considerazione delle molteplici connessioni con gli altri sistemi economici

Integrazione di politiche, settori e fondi di finanziamento

Innovazione e trasferimento della conoscenza

Le aree rurali saranno remunerate per i servizi ecosistemici che forniscono

Progettazione di strumenti per la quantificazione dei servizi ecosistemici

Quadro normativo per la definizione di accordi tra “compratori” e “venditori” di servizi ecosistemici

Le aree rurali saranno basate su un sistema turistico differenziato che integra modelli convenzionali e innovativi

Uscita dalla visione esclusivamente convenzionale del turismo toscano

Intercettare le nuove e mutevoli tendenze

I migranti popoleranno le aree rurali e saranno pienamente integrati nella società

Accesso e disponibilità di servizi

Riconoscimento della diversità socio-culturale che apportano

Conclusioni

La MAP è attualmente al lavoro per integrare e precisare alcune delle sfide presentate in questo breve articolo, oltre a validare la visione a lungo termine. Al termine di questo percorso, con il MAP Position Paper che verrà pubblicato a ottobre 2020, la MAP individuerà alcune linee di lavoro operative per tradurre il documento in azioni concrete per lo sviluppo delle aree rurali toscane.