09 Jun 2022

l lavoro irregolare nell’agricoltura italiana. Tra interventi istituzionali e innovazioni sociali|Lorenzo Pagni, Lucia Palmioli and Silvia Rolandi

Written by Lorenzo Pagni, Lucia Palmioli and Silvia Rolandi

4 maggio 2022. Un articolo de LaStampa titolava: “Caporalato in Maremma: sfruttati, minacciati e pagati in nero. Vivevano senza riscaldamento, acqua né luce: blitz della Finanza”.

I responsabili di tre aziende agricole della Maremma sono stati accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Secondo quanto emerso dalle indagini, centinaia di lavoratori vivevano in condizioni igienico-sanitarie precarie, percependo una retribuzione di 2,5 euro l’ora. I datori di lavoro, riporta l’articolo, avevano beneficiato di oltre 151 mila euro di erogazioni pubbliche comunitarie.

La pandemia ha acceso con forza i riflettori sulla vulnerabilità cronica e strutturale del lavoro in agricoltura in Italia. Quella del lavoro irregolare nel settore agricolo è una piaga nazionale, agevolata da un lato dalla condizione di disagio e vulnerabilità del lavoratore, spesso, ma non esclusivamente, migrante straniero, dall’altro dalle difficoltà con cui i produttori, nella veste di datori di lavoro, devono quotidianamente confrontarsi. Per questi ultimi la difficoltà di reperire braccianti stagionali si somma alla necessità di far fronte a un mercato concorrenziale caratterizzato da un elevato costo del lavoro e scarsi margini di guadagno. In questo squilibrio, il ricorso al lavoro prestato irregolarmente diventa una strategia flessibile che permette al datore di lavoro di risparmiare sui costi della manodopera, rendendo economicamente meno gravoso l’adempimento degli oneri fiscali e amministrativi.

Sono circa 430.000 i lavoratori agricoli esposti al rischio di un ingaggio irregolare e sotto caporale (lavoro grigio, lavoro nero, sfruttamento, caporalato), di cui l’80% sono stranieri. La mancanza di un titolo giuridico per soggiornare e lavorare regolarmente in Italia rappresenta infatti un rilevante fattore di rischio in tal senso.

Il lavoro irregolare in agricoltura, quale ostacolo al benessere degli agricoltori e della comunità rurale in Italia, è al centro del lavoro di ricerca condotto nel progetto europeo FARMWELL.

FARMWELL, finanziato nell’ambito del programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione (Horizon 2020), vede coinvolti sei paesi membri: oltre all’Italia, Belgio, Grecia, Romania, Polonia, Ungheria, Inghilterra e Olanda. Per l’Italia i Partners sono il gruppo PAGE, l’Università di Pisa e Coldiretti. Il progetto, che è partito nel 2021 e terminerà nel 2023, si propone di identificare e rendere più accessibili quelle innovazioni sociali che intendono migliorare il benessere degli agricoltori.

In seguito a un’approfondita analisi della letteratura esistente in materia, sono state individuate le maggiori sfide sociali che gli attori della comunità rurale si trovano a fronteggiare per poter raggiungere e mantenere uno stato di benessere fisico e mentale nel proprio contesto lavorativo. Tra queste è emersa la frustrazione legata al diffuso ricorso al lavoro irregolare nel settore agroalimentare italiano. Alle radici di questo complesso fenomeno vi sono dinamiche e cause di diversa natura che concorrono ad alimentare il sistema di illegalità (economiche, strutturali, culturali, istituzionali) e che necessitano di un intervento strutturato.

Rimanendo i braccianti agricoli le principali vittime di questo fenomeno, il ricorso al lavoro irregolare emerge quale fonte di malessere anche tra i produttori che operano nella legalità e pertanto subiscono gli effetti di un mercato distorto e impoverito (danno per il “made in Italy”, concorrenza sleale).

Interviste e gruppi di pratica condotti con attori chiave del mondo agricolo, quali agricoltori, imprenditori, famiglie di agricoltori, giornalisti, associazioni di rappresentanza e del terzo settore, sono stati decisivi per la convalida e l’approfondimento del tema individuato. La scelta di focalizzare lo studio sul lavoro irregolare è stata inoltre dettata dall’urgenza di dover far fronte alla questione in modo sistematico, stante l’introduzione nella nuova PAC della condizionalità sociale.

Sul piano legislativo italiano il risultato più importante è stato raggiunto con la legge n. 199 del 2016, contenente disposizioni per il “contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”. Rispetto alla prima legge contro il caporalato, ossia la 148/2011, questa fornisce strumenti che mirano a garantire una maggiore efficacia del quadro normativo sia dal punto di vista penale che preventivo.

Nel 2020 è stato inoltre approvato il Piano Triennale 2020-2022 che definisce una strategia nazionale operativa di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, rispondendo a tre priorità trasversali: sistema informativo e monitoraggio, protezione e assistenza, sensibilizzazione.

Nonostante il recente sviluppo di un articolato piano di lotta al fenomeno, i risultati sono ancora insufficienti. Alla risposta istituzionale si affiancano tuttavia le numerose iniziative nate negli ultimi anni per volere di braccianti agricoli, vittime di sfruttamento, e imprenditori agricoli con l’obiettivo di creare i presupposti per una filiera etica e sostenibile.

“Sarebbe necessario sostituire all’attuale servizio illecito un meccanismo legale, in grado di far incontrare la domanda e l’offerta di manodopera, fornendo e garantendo infrastrutture e strutture adeguate (alloggi per i lavoratori, trasporti)”, riporta uno dei produttori intervistati all’interno del progetto.

Tra gli strumenti e le buone pratiche tese ad agevolare l’assunzione regolare e coinvolgere il consumatore in questo sforzo, in quanto attore chiave, sono state individuate alcune innovazioni sociali che possono contribuire a costruire una risposta efficace alla problematica del lavoro irregolare.

Nel documento prodotto durante la prima fase di ricerca del progetto è possibile trovare tutte le informazioni sul lavoro svolto, sulle cause del problema e sulle possibili soluzioni (in italiano e in inglese).

Infine, su questo sito verranno caricate tutte le notizie inerenti al progetto ogni qualvolta verranno raggiunti nuovi risultati.

Stay tuned visiting the FARMWELL project website!